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Do It Yourself: quali sono le cose che potete fare da soli, e quali no

Ottobre 11, 2018

[Nota della redazione : articolo scritto da Fabrizio Galassi]

Errore #1: ‘Fare tutto da soli’ non significa ‘fare tutto da SOLO’

Quando si inizia a comporre e scrivere testi, così come a capire i primi rudimenti della registrazione casalinga, siamo da soli con la chitarra in braccio e un foglio bianco davanti. I primi passi vengono fatti completamente da soli, in effetti, ma è un momento necessario. Una volta trovati i compagni di viaggio (i membri della band) arriva il confronto, i consigli ma soprattutto il proprio raggio di azione: cosa siamo in grado di fare, ma soprattutto cosa NON sappiamo fare.

Cercate di capire quali sono le vostre singole caratteristiche e concentratevi su quelle evitando di  inventarvi un altro mestiere.

Es: quando arriva il momento del videoclip, non inventatevi registi o sceneggiatori. Cercate tra la vostra cerchia di amici un videomaker e date in mano a lui tutto il progetto, chiedetegli di pensare per voi e supportatelo nelle scelte.

Pensate in collettivo e non come singole persone.

Una volta realizzato il videoclip assicuratevi di avere il canale YouTube partner e di avere abilitato la monetizzazione con i servizi TuneCore.

Errore #2: Non pianificare le spese e usare tutto il budget per le registrazioni

Avete abbastanza brani per entrare in studio, ed è indubbiamente uno dei più bei momenti come band/artista. Ma spesso l’esaltazione porta a non considerare alcuni passaggi fondamentali e spesso si investe tutto il budget a disposizione nelle registrazioni. “Abbiamo fatto tutto il disco con 5.000 Euro”, ma non sono state calcolate le spese per la promozione oppure per le buste e francobolli, oppure neanche si è pensato al costo della stampa CD o vinile. Questo proprio perché una band tende a ragionare per obiettivi immediati e tangibili, come appunto entrare in studio di registrazione.

Pianificate bene le spese e informatevi su quali sono i costi principali per allocare il budget nel miglior modo possibile:

Etc.

Pensate anche al ritorno economico e ragionate come investimento più che come spesa, ma soprattutto domandatevi…

Errore #3: Siete sicuri che le etichette vogliono sentire il disco pronto?

E’ un errore ancora molto comune quello di pensare che le label preferiscono avere un artista con il disco pronto invece che ascoltare provini. Questo perché, di solito, il musicista DIY suppone che per un’etichetta avere un disco in mano sia più facile ed economico, che sia quasi un’opportunità.

Invece un’azienda a scopo di lucro (come sono le label) è gestita da professionisti del settore che conoscono molto bene il mercato e i trend musicali; sanno esattamente cosa e quando pubblicare e soprattutto per quale target di riferimento.

Il musicista DIY no, non ha questa preparazione, a volte si improvvisa non solo produttore, ma anche discografico di se stesso; da qui l’errore #3, pensare che un disco già pronto sia la cosa migliore.

In questa maniera togliete la ‘fantasia’ al produttore che magari vede nella vostra musica un suono e uno stile differente da quello che pensate voi.

Soluzione: fate degli ottimi provini chitarra e voce, magari con uno o due strumenti in più. Riprendetevi con una buona telecamera e fate un montaggio semplice.

Errore #4: Mandare le mail alle radio e alle riviste (…e come)

Se avete commesso i tre macro-errori descritti sopra, adesso avete: il vostro ego appagato, 0 budget a disposizione e un disco pronto che nessuno conosce. Ottimo!

E quindi siete pronti per commettere il quarto errore: scrivere al mondo che siete i migliori.

Oggi ci sono due modi per farvi conoscere: la rete e la promozione.

La rete è quella meno faticosa perché mettete il vostro brano online (distribuzione +  YouTube), lo fate ascoltare ai vostri amici, se piace a loro lo condivideranno e faranno così anche gli amici degli amici (prevedete comunque una piccola spinta in ADV).

Poi c’è la promozione, ossia un buon ufficio stampa che vi aiuti nel farvi conoscere e stabilire i primi rapporti professionali, così come le prime interviste o recensioni.

Se non volete intraprendere una delle due strade, quasi sicuramente imboccherete la via de DIY in controsenso rischiando di sbattere contro un palo. Il palo è una mail scritta così: “Salve mi chiamo XXX e la musica è la mia passione, fin da quando camminavo da bambino insieme a mio padre mentre mi raccontava le fiabe…” (non deve essere un’autobiografia ma una biografia,).

Ma soprattutto copiare e incollare la stessa mail a destinatari differenti tra loro,  questo perché…

Errore #5: Non avete fatto nessuna lista

Le liste! Sono utili per quanto noiose da realizzare è vero. Ma al tempo stesso fondamentali.

Oramai sappiamo che Excel è la kryptonite dei musicisti, è il software in grado di azzerare tutte le forme artistiche. Per questo non potete fare tutto da soli.

Le liste devono, o possono, essere fatte per suonare dal vivo o per trovare un’etichetta, la cosa fondamentale è la pazienza e il tempo a disposizione.

Dividete e liste in locali, label, festival, manager, booking e quello che ritenete il più opportuno per voi. Selezionate solo le aziende o i professionisti che sono in linea con la vostra musica o il vostro stile. Segnatevi il numero di telefono e il nome della persona di riferimento. Telefonate e fatevi dare l’indirizzo mail preferito per inviare il materiale. Scrivete 5 differenti lettere di presentazione ed inviatele singolarmente evitando l’invio a pioggia (ossia a tutti la stessa mail). Come avete notato nella lista non ho inserito le riviste o i siti musicali, non perché sia impossibile per carità, ma la vostra possibilità di essere recensiti è dell0 0,00000035%.

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